La Capria e la malinconia per un mondo destinato all’oblio…

Un libro noioso e ampolloso, l’ultimo, epistolare, di Raffaele La Capria, “Tu, un secolo”. Emerge la figura di un letterato sapiente, innamorato della vita, con tante amicizie, ma è davvero difficile seguire il filo di queste conversazioni…

Con tutto il dovuto rispetto, ma Tu, un secolo (168 pagine, 18,50 euro) di Raffaele La Capria, edito da Mondadori, è un testo noioso e ampolloso, che risulta difficile seguire, nonostante da molte delle epistole pubblicate emerga la sensibilità e l’acume di uno degli scrittori italiani più significativi del Novecento.

Tra emozioni e verbosità

Una raccolta di lettere, databili tra gli anni quaranta del XX secolo e l’ultimo ventennio del duemila, tra l’autore partenopeo e molte sue amicizie, alcune delle quali particolarmente illustri e celebri, definisce la geografia letteraria di La Capria, attraverso le sue opere, il loro potere emozionale, la cifra stilistica che esprimono anche a distanza di tempo. Talune di queste missive nascondono a fatica la malinconia per un mondo oramai in disuso, destinato all’oblio; altre, invece, appaiono troppo verbose, avvitate su ragionamenti ai limiti dell’esoterismo intellettuale.

Scambi decontestualizzati

Difficile, spesso, seguire, il filo di questi scambi epistolari, perché decontestualizzati e privi di quelle coordinate storiche/culturali e di quei retroscena che potrebbero consentire meglio di inquadrarli. Emerge comunque la figura di un letterato sapiente e colto, innamorato della vita e tenacemente attaccato alla sua terra. Il libro raggiunge la sufficienza, ma per poterlo apprezzare di più, sarebbe preferibile accostarcisi dopo aver letto la corposa produzione di La Capria.

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