Caroline Bongrand, le anime che rifiutano d’essere dimenticate

Un bimbo che non parla, una madre divorziata, un episodio che li conduce dalla Francia in Grecia, dove, non sanno, li attendono almeno due destini intrecciati alla loro famiglia. In “Tracce” di Caroline Bongrand emerge la scoperta di un passato legato alla persecuzione nazista degli ebrei nel corso della seconda guerra mondiale, di vite sacrificatesi per salvare altri…

Cominciamo da qui: «Non sempre si trova quello che si sta cercando, ma qualcosa si scopre sempre. Tornerà qui a raccontarmelo?». È un bibliotecario a parlare e si rivolge a Valentine, moglie separata, mamma di un bimbo di dieci anni, Milo, che non è sordo ma non parla. O, meglio, non parlava fin quando non ha visto una pubblicità della Grecia. In quel momento ha inanellato frasi oscure, in una lingua sconosciuta alla madre, ma non al bibliotecario che ne ascolta un brano in una registrazione audio. La sorpresa ha del clamoroso perché è lo stesso bibliotecario a riconoscere l’idioma sconosciuto ai più, il ladino, un giudeo spagnolo, intarsiato anche di parole greche e turche. È un indizio grosso come una casa perché porta dritto a un luogo, a un crocevia della storia e delle fedi religiose, Selanik o Thessaloniki, ovvero Salonicco, la Gerusalemme dei Balcani. Ed è lì che non in una biblioteca, ma comunque in un “tempio” dei libri, ovvero nella storica libreria di Nissim Saragoussi, che c’è il secondo passaggio decisivo della storia: si compie il destino del bimbo e di sua madre, accompagnati da Parigi a Salonicco da un’amica di lei, Jen, di origini armene.

Salonicco al centro

Una premessa che serve a inquadrare quello che si può leggere nel bellissimo romanzo di un’autrice francese, Caroline Bongrand (qualche anno fa un altro suo volume era sbarcato in Italia per la casa editrice Rizzoli), sceneggiatrice, oltre che scrittrice: è lei a firmare Tracce (350 pagine, 23 euro), tradotto da Francesca Bononi per la collana Plot della casa editrice Marietti 1820. Curiosamente lo stesso editore ha in catalogo un altro magnifico libro, una saga familiare, che si svolge proprio a Salonicco, Con le radici in cielo di Saul Israel (ne abbiamo scritto qui). Il volume di Caroline Bogard si risolve per Valentine – una quotidianità da grafica in ambito editoriale e di disastri sentimentali assortiti – in una ricerca a ritroso, una caccia a qualche indizio del passato, che gli si svelerà gradualmente, permettendo di ricostruire una storia familiare molto diversa da quella che aveva sempre conosciuto. Con una scrittura in sé molto semplice, ma efficace ed evocativa, Tracce restituisce memorie forti, ricollegandosi agli anni Quaranta e alle persecuzioni naziste che spazzarono l’ampia componente ebraica della popolazione di Salonicco.

I sommersi e i salvati

Riemergono un passato doloroso, una storia familiare rimossa e soprattutto la struggente storia di una giovanissima vita spezzata non prima di avere messo al sicuro l’amore d’infanzia. Tutto quel che accade merita di essere vissuto pagina dopo pagina dal lettore, senza nessuna anticipazione: si resta sorpresi e turbati, affascinati dalla capacità di Caroline Bongrand di fare impigliare le sue creature a demoni e ferite della storia, alcuni cadono, altri si rialzano. E ci sono almeno un paio d’anime – Seva e Hannah – in questo romanzo sorprendente, che rifiutano di finire nel dimenticatoio. Anime martoriate, simboli di una tragedia senza fine, davanti alle quali prostrarsi…

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