In panca il dissacratore Cappellani, gioca il pensatore elegiaco

Ottavio Cappellani torna in libreria con una storia personale affidata al racconto di un albero, “Il carrubo è l’unità di misura del diamante”. Un libro di inquietudini e domande, in cui si ragiona su teologia e scrittura…

Uno se lo immagina intento a scrivere, come aveva assicurato ormai parecchi anni fa il più volte annunciato terzo volume della trilogia che comprende Sicilian Tragedi e Sicilian Comedi, i suoi volumi da documentarista, da verista (come spiegava in questa videointervista). E, invece, Ottavio Cappellani (qui un suo articolo per il nostro sito), originale, istrionico, grande scrittore, tira fuori dal cilindro una storia personalissima, intima, per una collana di Aboca edizioni, che non va assolutamente sottovalutata, anzi. “Il bosco degli scrittori”, questo il nome della collana, si arricchisce della firma di Cappellani con Il carrubo e l’unità di misura del diamante (151 pagine, 17 euro).

Un albero che racconta un uomo

… l’intollerabilità di vedere una cosa e di non poterla capire per esteso, prendere l’essere e non riuscire a definirlo, l’eterno ritorno dell’uguale che martellava chiodi sulla mia corteccia non ancora formata, il determinismo e la libertà, el scale dei valori e il peccato…

Lo scanzonato scrittore di sempre, per una volta si rifugia nell’intimità, e per ragionare di teologia, metafisica e scrittura («Ma non è forse questo che fanno gli scrittori? Raccontare i segreti di persone inventate affinché diventino reali?»), si affida – soluzione affascinante – alla voce di un albero, per l’appunto un carrubo. Dopo un incendio (qualche anno fa, in effetti, un terreno di proprietà di Cappellani fu bruciato, devastato, vandalizzato) resta poco, pochissimo, un deserto quasi, quel che resta di un carrubo e un uomo (l’autore, Cappellani, ci sbilanceremmo…) che ha smesso con alcol e antidepressivi, riscopre quel pezzo di natura e si compenetra in esso

Sì, forse l’ho aiutato. E forse no. Mi piace suggerirvi l’idea che io possa averlo aiutato e al contempo il dubbio che non l’abbia fatto.

Il movimento allontana dalla conoscenza

Voi umani avete un problema: vi muovete. Questo vi pone ab initio lontano dalla conoscenza, che invece è ferma. Il conoscere è lì, a portata di mente, ma voi passate troppo veloci per accorgervene…

Quell’uomo si muove e, soprattutto, pensa nel sud-est della Sicilia. E da lì ragiona – e con lui il carrubo – sull’incendio, su Dio, sulla vendetta. Il risultato è un libro che è un “unicum” nel panorama attuale e che ognuno deve scoprire da sé, e assaporare e godersi. Volume di domande e inquietudini, in cui nella contrapposizione fra natura e uomo la conoscenza sembra propendere decisamente per la prima. E quell’uomo, che il carrubo osserva, si bea e sorride immerso negli odori della campagna. Potentissima e viva quest’immagine del pensatore elegiaco, che per una volta costringe alla panchina il dissacrante Ottavio Cappellani.

Seguici su InstagramTelegramWhatsAppThreadsYouTube Facebook e X. Grazie

Questo elemento è stato inserito in Letture e taggato .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *