La grazia speciale di Malabaila, una bella storia l’adolescenza

Un ragazzo col sogno di scrivere storie, una ragazza irraggiungibile, una nonna in fin di vita, la finale di Champions della propria squadra del cuore. Andrea Malabaila, con “Prendi i tuoi sogni e scappa”, racconta i diciotto anni senza tristezza né rimpianto, con la consapevolezza di un momento che non ritornerà, e andrà in rotta di collisione con l’età adulta…

Prendi i tuoi sogni e scappa, sì, ma dove? Forse nelle storie, nel loro potere di far sembrare tutto sensato, come nei film, come nei libri. Sembra suggerire questo il titolo del nuovo romanzo (200 pagine, 16 euro) di Andrea Malabaila pubblicato da Spartaco. Jacopo è il protagonista, lo conosciamo da adulto, è uno sceneggiatore di successo e ha appena vinto il David di Donatello. È l’occasione per riflettere su una stagione fondamentale della sua vita: la primavera che annuncia la fine del liceo, i 18 anni, i sogni di un’adolescenza arrivata alle soglie di un’età adulta ancora troppo acerba per tenere insieme passioni sportive, amicizie, interrogazioni di greco e innamoramenti platonici.

Come una finale di Champions

L’adolescenza è un garbuglio, ma è pur sempre la stagione più epica della vita, o forse così sembra nei ricordi che il tempo perfeziona e seleziona per costruire qualcosa che in verità non era proprio come ce lo immaginiamo una volta intrapresa la strada che allora, a 18 anni, ancora non vedevamo. Nei fili di inchiostro che Jacopo adulto cerca di dipanare, squadernandoli in forma di storia, ci sono storie in salita, momenti di discesa, ma più di ogni altra cosa ci sono spaesamenti davanti a un mondo che appare ora in chiave luminosa, ora tutto il contrario, buio. Bianco e nero, in fondo, sono anche i colori della grande passione legata alla Juve. Perché oltre alle trame dell’adolescenza, in questo romanzo a giocare un ruolo chiave è la passione calcistica. È il maggio del 1996 e tanti fatti incombono sull’orizzonte del diciottenne protagonista: la maturità, la ragazza di quinta ginnasio dai capelli biondo cenere, Rossella, il fidato compagno di banco Alberto, la patente tanto agognata, la nonna in fin di vita e la finale di Champions. Forse troppe cose da gestire tutte insieme in un momento così fragile e così importante, un’età decisiva perché per la prima volta si affaccia alla vita. Jacopo ci prova, si affligge e si riprende, fa strategie, poi si sottrae, ci crede e appena sembra rotolare tutto per terra si riempie di nuovo coraggio. E lo fa nella stagione fervida dell’adolescenza negli anni Novanta, sognando una partita epica a cui assistere dal vivo, ascoltando album che hanno segnato il tempo – quel tempo – e volando sulle ali di canzoni che hanno lo straordinario potere di parlare proprio a te, di descrivere la tua vita.

Nostalgia della nostalgia

Tra un po’ di Oasis e Cranberries, chi ha vissuto anche solo in parte gli anni Novanta sentirà una fitta di nostalgia emergere tra le pagine. L’autore ha una grazia speciale nel raccogliere questo sentimento snobbato, racchiuso spesso in scatole tra vecchi album o bigliettini, e rimetterlo in circolo, dandogli la dignità di un protagonista (e, tra l’altro, la nostalgia strizza l’occhio in un easter egg dove voce narrante e realtà si mescolano in modo sbarazzino). Non c’è sensazione di rimpianto, non c’è tristezza: Jacopo non è un novello Leopardi ma un adolescente carico di vita da vivere e da scrivere per darle nomi, volti, espressioni, mentre impara ad apprendere i gesti di emozioni che la quotidianità gli presenta, spesso inattese. Perché Prendi i tuoi sogni e scappa, oltre a raccontare la storia dei 18 anni di Jacopo, dell’apice della sua amicizia col compagno di banco Alberto e della sua inarrivabile Rossella, è la storia consapevole di un momento che non ritornerà, la visione lucida, seppure immersa nelle nebbie adolescenziali di un confuso protagonista, di momenti, relazioni, speranze e sogni che da quel punto in avanti inizieranno a scontrarsi con l’età adulta, le sue vicende, le sue responsabilità, nella sua concretezza a volte cruda, a volte solo casuale, innocente e variopinta come si svela una volta lasciati i banchi di scuola. L’adolescenza al suo apice: la vita come una bella storia da scrivere. E se Jacopo sogna di scrivere storie non è un forse un caso: quella nostalgia la sente, a volte non sa come gestirla e lo fa sentire perso e confuso mentre scalpita, la patente fresca in tasca e tanti sogni da inseguire, per raggiungere i quali abbandonare certe speranze traballanti, chiudere capitoli, senza aspettarsi strutture perfette, come accade solo nei film. Le storie, però, sono proprio l’elemento che potrebbe salvare il ventaglio dei sentimenti che prova, delle storie che immagina, dando fiato a ciò che coltiva in testa, ricordandolo e salvandolo. Se inseguire il sogno della finale di Champions è un correre con l’entusiasmo dei 18 anni dietro una manciata di fantasie fragili come le bolle di sapone, ma grandi e decisivi per tutta la vita che arriverà, inseguire Rossella, Alberto, la nonna e la Panda chiusa in garage sembra diventare la prima rudimentale stesura, con i suoi fili di inchiostro, di tutta una vita che sboccerà, e avrà bisogno di essere raccontata.

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