Spezzoni di vita, i piccoli miracoli di Claudio Bagnasco

È un libro breve ma molto significativo “Fare il possibile” di Claudio Bagnasco, voce da cui è lecito aspettarsi grandi cose. Fra memorie di gioventù e presente, tra ironia e malinconia, tante domande e zero retorica. Una vita, che racconta tante esistenze, in una sorta di bilancio generazionale…

Cinquantenne, ligure che vive in Sardegna, Claudio Bagnasco regala decine di piccoli miracoli narrativi nello spazio relativamente breve di una raccolta di racconti, racconti speciali, pregni di vita, che iniziano tutti allo stesso modo: «Oppure quella volta che…». Non è un debutto, perché Claudio Bagnasco ha un paio di titoli alle spalle, ma ha la freschezza di un libro nato ieri e la forza di una voce da cui è lecito aspettarsi grandi cose.

Since 1983

Le edizioni TerraRossa, con un certosino lavoro di selezione, e con cura artigianale, hanno così arricchito la collana Sperimentali, già caratterizzata da nomi come Ezio Sinigaglia, Cristò, Daniele Petruccioli. Fare il possibile (95 pagine) di Claudio Bagnasco, scritto fra 2022 e 2023, si legge relativamente in poco tempo, ma deve risuonare dentro un po’, prima di farci i conti. Sono una trentina di spezzoni di vita, singoli giorni tra il 1983 e il presente, un amico che si buca, una figlia che nasce mentre la Samp gioca al Camp Nou, una morte improvvisa che tutto scompagina («da giovani si pensa solo a bere, scopare e sognare l’inverosimile, poi quando forse si comincia a intuire qualcosa arriva lei, arriva sempre e vince sempre, è uno strazio»), un torneo ai tempi dell’oratorio «su sghembi e gibbosi campi», quel che successe sulle «rete sociali» (all’autore fa specie la locuzione «social network») il giorno in cui morirono sia Silvio Berlusconi che Francesco Nuti.

La vita e il suo significato da trovare

Tra riflessione, malinconia e ironia, questi ricordi essenziali, trasfigurati con la lente della letteratura, ci consegnano domande ma non retorica, memoria intima ma anche bilanci generazionali. E quel possibile del titolo potrebbe rimandare, semplicemente, alla vita, da portare avanti, da realizzare, da innalzare, rispetto al punto di partenza. È una vita che si racconta, ma potenzialmente se ne raccontano molte, non tutte, ma molte. Insensate, vulnerabili, paradossali, ma con una loro dignità e magari con un significato da trovare, da valorizzare. Claudio Bagnasco riesce a fare – a dire o meglio, a lasciare intendere, queste cose qua – in uno spazio relativamente piccolo, con un solo librino, quel che certi suoi più celebrati colleghi non fanno con molto più tempo, con molta più visibilità e con molte più pagine. Fare il possibile – con dentro sbronze, sbagli e guai – è profondo nella sua apparente leggerezza. Per esempio nella paternità vissuta da figlio (e una gara indoor di Pietro Mennea vista assieme al padre) e in quella incarnata da genitore («ad averla sempre vinta poi uno si sente più importante degli altri e francamente, figlia mia, non mi sembra che esista un errore più grave, una bestemmia più offensiva contro il mondo»).

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