Disillusione e isolamento puntellano l’esistenza di Michelangelo, che solo grazie all’incontro col suo scrittore di riferimento, svolta e guarda con occhi diversi il mondo. In “Senso” Alessandro Orofino veicola un messaggio di riscatto e lascia al lettore il compito di colmare qualche voluto vuoto, tra ambiguità e passaggi irrisolti…
Un racconto spavaldo e coinvolgente, un libro della maturità per chi, come Alessandro Orofino, non è più alle prime armi nel campo della scrittura e della pubblicazione. Senso (208 pagine, 16,80 euro) è un’opera agile, di non breve gestazione, edita da Pathos, attraversata certamente da inquietudini, blocchi emotivi e difficoltà, ma che sa anche veicolare un messaggio pieno di riscatto e positività, che invita a rinascere e indica la strada per farlo.
Sliding door
Alessandro Orofino non è un semplice autore, ma un operatore culturale a trecentosessanta gradi, che ha a cuore anche le giovani voci e che prova a farle venire a galla, curando una collana di narrativa per l’editore Pathos. Nel suo Senso – un testo che appare molto intimo, ma non per questo necessariamente autobiografico – mette in scena una forte dose di insoddisfazione, quella che pervade l’esistenza di Michelangelo. Abulico, disilluso e isolato, il protagonista principale sembra avviato verso un gorgo nero, in un angolo senza via d’uscita. È uno choc positivo, una di quelle felici sliding doors, l’incontro con un suo punto di riferimento, lo scrittore Antonio Biamonti (magari un omaggio al ligure Biamonti, grandissimo scrittore con le sue opere fra gli Ottanta e i Novanta), ammirato e anticonformista. Michelangelo, che è un gran lettore, grazie a quello che per lui è un idolo, impara ad affrontare diversamente la vita.
Andamento eclettico
Dietro pagine scritte con stile ricercato non tutto viene esplicitato, ci sono spazi di ambiguità, passaggi irrisolti, soluzioni non necessariamente mostrate nella loro interezza, compreso l’epilogo. Probabilmente il frutto di un virtuoso e auspicato corpo a corpo con il lettore, che in qualche modo viene incoraggiato a colmare quel che manca. Alessandro Orofino, con Senso (qui è possibile leggerne un brano), continua il suo percorso eclettico, di volta in volta con un volume che non assomiglia al precedente, se non per la pervicacia e l’amore per la parola scritta. Sorprende ogni volta ed è una sorpresa che chi frequenta le librerie non deve negarsi…
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