Agata Bazzi, una madre e un figlio cacciatori di felicità altrui

Torna in libreria Agata Bazzi e dimostra che il suo primo romanzo “La luce è là” non è stato solo un felice episodio. Con “Ci protegge la luna” conferma dedizione assoluta alla scrittura, concependo una storia molto diversa dalla prima. In una Sicilia arcaica e rurale Rosa e suo figlio Beniamino curano, disinteressatamente, anime e corpi. Sullo sfondo decenni di storia italiana

C’è meno fascino e più incanto. C’è meno coinvolgimento e più tecnica. Togliamoci subito il dente del paragone tra il nuovo romanzo di Agata Bazzi e quello che l’ha rivelata, debuttante per Mondadori, La luce è là (ne abbiamo scritto qui e qui), protagonisti gli Arhens, avi ebrei dell’autrice. Ci sono cose fatte meglio e altre no. Andando al sodo, però, la palermitana, architetto per professione, narratrice per vocazione, e per affetti familiari, dimostra di avere un futuro editoriale, che il suo primo libro non è stato solo un felice episodio. C’è il polso fermo di un’autrice, nel suo nuovo romanzo Ci protegge la luna (307 pagine, 19,50 euro), pubblicata sempre dalla casa editrice di Segrate, c’è una giovane scrittrice che ha messo dedizione assoluta per riconfermarsi e che, dietro le quinte, si è avvalsa ancora della straordinaria professionalità degli editor Alberto Rollo e Giovanna Salvia, già preziosi collaboratori del suo debutto e, fra le altre cose, artefici di tanti successi di Simonetta Agnello Hornby.

Natura e magia

L’orizzonte cittadino degli Arhens scompare, sostituito da una Sicilia arcaica, di borghi rurali, da un minuscolo paese circondato dal grano e battuto dal vento. La natura, sostanzialmente benigna, ha un ruolo preponderante in Ci protegge la luna di Agata Bazzi, ma anche una dimensione sovrannaturale, un’atmosfera arcana e magica. Sembrano vivere in un’altra dimensione una madre e un figlio, Rosa e Beniamino, ultimo di tre figli (“era arrivato imprevisto quando pensava che non ne avrebbe più avuti, ma ora lo aspettava con gioia”). Rosa cura anime e corpi, altruisticamente, in collegamento e per intercessione dei santi oppure, ad esempio, attraverso erbe miracolose; ha sogni premonitori, dialoga con piante e animali. La Chiesa non la ostacola, verificatane la buona fede, e così la “piccola strega” non fa una brutta fine, anzi, continua a imporre le mani e a risolvere i problemi di parecchia gente…

Cercava la felicità per tutti, e non solo quella spirituale: professava una filosofia dove credo religioso e obiettivi sociali si ingarbugliavano, e dava spiegazioni confuse ma affascinanti per i suoi assistiti, sempre più numerosi e grati, che la cercavano anche dagli altri paesi, perfino dalla città.

Passione, immaginazione e topos eterno

La dimensione temporale del romanzo trascina il lettore dagli anni fra le due guerre, con la piena ascesa del fascismo al governo, fino al secondo dopoguerra,e  ancora fino agli ultimi anni del Novecento. Non basta a definire Ci protegge la luna come romanzo storico. È su altri piani, più che sui conflitti politici e sociali, che Agata Bazzi gioca meglio la propria partita, nel rapporto unico fra mamma Rosa e il figlio Beniamino, che da lei eredità sensibilità e… poteri speciali. Il giovane compie anche un personalissimo percorso di confronto e accettazione della propria omosessualità. Il risultato è un romanzo di poca ragione, che piuttosto si issa su passioni e immaginazione. Indaga ciò che non comprendiamo, presi dalla fretta e dai pensieri, non abbastanza umili o sensibili, non riusciamo a captare quello che, naturalmente, invece, intercettano Rosa e Beniamino (forti e audaci come Caterina, mamma di Rosa), in lotta contro i pregiudizi, affamati di bene e giustizia, specie per gli altri. Agata Bazzi, attraverso loro, sa coniugare, quotidianità e straordinarietà. Prova a suonare molti tasti del pianoforte letterario, suoni acuti e gravi, e la melodia che nasce è tutt’altro che insignificante. Illuminata dalla luna, topos letterario eterno, da – per limitarci a pochi italiani – Leopardi a Calvino (ne abbiamo scritto qui), da Dante ad Ariosto, da Pirandello a Montale, a Silvana Grasso, con i racconti di Pazza è la luna e il romanzo Solo se c’è la luna. Chissà se, quanti e quali di questi Agata Bazzi ha sbirciato…

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