Melissa Panarello, l’attrice e l’estratto conto che vale più di tutto

In “Storia dei miei soldi” Melissa Panarello usa il denaro come lente di ingrandimento per ripercorrere la difficile esistenza di un’attrice che non riesce a gestire la ricchezza e il successo. Una storia che ci obbliga a riflettere sulle nostre miserie e sulle nostre ambizioni

Quanto possono raccontare, i soldi, di una persona? In quali e quante pieghe della sua vita riescono a scavare, facendo trapelare gli aspetti più torbidi e difficili da confessore? A rispondere ci prova Melissa Panarello con Storia dei miei soldi (208 pagine, 18 euro), edito da Bompiani, un libro che assume un punto di vista molto inedito e pruriginoso: il denaro.

Dalla ricchezza all’indigenza

Scioccamente demonizzati e ipocritamente sottovalutati, i soldi diventano, in questo romanzo, una lente di ingrandimento per ripercorrere la vita triste e tormentata di Clara T., avvenente attrice, la cui iniziale ricchezza e notorietà si trasforma, ben presto, in pericolosa indigenza alle prese con un figlio da accudire, una madre egoista da gestire e una serie sempre più pressante di debiti da onorare. Le difficoltà economiche rappresentano l’incapacità del vivere, l’impossibilità di “testimoniare se stessi” attraverso quanto si è costruito, la perdita della propria identità e, in ultima analisi, la constatazione del proprio fallimento.

Una scrittura profonda

Melissa Panarello (nella foto di Chiara Stampacchia), mediante le parole della sua protagonista, ci spiega quanto un estratto conto valga più di mille biografie, di quanto la filiera del denaro costringa ciascuno a doversi confrontare con le proprie azioni, passate e future, in una costante ricerca di equilibrio che tenga conto delle esigenze, degli affetti, dei sogni e dei doveri. Una scrittura profonda al punto giusto, ma mai ridondante, ci obbliga a riflettere sulle nostre miserie e sulle nostre ambizioni, sulle nostre fragilità e sulle nostre difficoltà a gestire emozioni che la dura realtà, spesso, annichilisce.

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