I “sette libri per l’estate” di… Diego De Silva

L’autore di “Divorziare con stile” indica sei romanzi e una raccolta di racconti – il più lontano nel tempo è del 1954, il più recente del 2005 – come consigli di lettura per l’estate

“American Psycho” di Bret Easton Ellis (Einaudi)

Un libro disturbante, terrificante e divertente al tempo stesso, d’impressionante potenza linguistica, che nella descrizione implacabile della quotidianità mostruosa di uno yuppie psicopatico newyorkese degli anni ’80 redige la condanna di un Occidente avviato allo sfascio.

American Psycho

“Il disprezzo” di Alberto Moravia (Bompiani)

La lacerazione di un matrimonio raccontata attraverso l’eruzione di un senso dell’etica che avvelena l’amore di una moglie fino all’irreparabile. Non c’è spiegazione né logica oggettivata al formarsi del disprezzo: solo fatto compiuto di cui prendere atto e trovare, se si è capaci di farlo, una risposta. Un libro in cui la cifra reticente della scrittura moraviana è al suo meglio.

il disprezzo

“L’informazione” di Martin Amis (Einaudi)

Un libro insuperabile sull’invidia e la competizione letteraria, che scandaglia la bassezza di uno dei sentimenti più diffusi. E quello che più impressiona è che malgrado si tratti di una storia miserabile, si ride di gusto a partire dalla seconda pagina.

informazione

“Sulla felicità a oltranza” di Ugo Cornia (Sellerio)

Di questo autore mi sento di consigliare l’opera intera. Ho indicato Sulla felicità a oltranza perché è il primo, ma potete comprare a scatola chiusa qualsiasi altro suo libro (oltre che da Sellerio, Cornia è pubblicato da Feltrinelli e da Quodlibet). I suoi testi sono trattatelli di filosofia capaci di divertire e spiazzare come una comica di Buster Keaton. Può parlare di qualsiasi cosa: amore, uomini, donne, cinghiali, cani, gatti, pantegane, zie, sorelle, scuola e alunni (visto che ha fatto anche il prof), e ogni volta riesce a farsi dar ragione mentre ti fa ridere.

felicità

“Domani nella battaglia pensa a me” di Javier Marìas (Einaudi)

Un libro essenziale, di grande scrittura. Senza esagerazione, un capolavoro. Di quelli che una volta che l’hai letto ne rimani geloso tutta la vita.

battaglia

“Di cosa parliamo quando parliamo d’amore” di Raymond Carver (Einaudi)

La prima volta che leggi i racconti di Carver (e quelli che compongono questo libro sono tra i suoi migliori) ti viene come un sospetto di banalità. Tutto appare ovvio, ordinario, la cronaca di vite a cui non succede nulla di memorabile. Poi capisci che sei tu che non sai guardare le cose, e che quello che ti appariva banale era pieno di letteratura. Carver, infatti, è uno di quegli autori a cui si resta grati perché t’insegna che la lettura è un’invenzione, nell’etimo del trovare qualcosa che prima non c’era.

quando

“Non buttiamoci giù” di Nick Hornby (Guanda)

L’incipit di questo romanzo è: “Se posso spiegare perché volevo buttarmi da tetto di un palazzo? Certo che posso spiegare perché volevo buttarmi dal tetto di un palazzo”. Non so voi, ma a me un attacco del genere già pare un ottimo motivo per comprare un romanzo. Qui, poi, di aspiranti suicidi ce ne sono addirittura quattro, ognuno con una motivazione differente. Nessuno la farà finita, anzi si costituirà un gruppo esilarante. Pochi scrittori coniugano letteratura e cazzeggio come Nick Hornby, che in questo libro tocca i livelli già raggiunti con Alta Fedeltà e Un Ragazzo.

non

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *