Nunez, la vita piena-vuota del prof e un cane gigante in dono

Con “L’amico fedele” Sigrid Nunez si è aggiudicata il National Book Award 2018. Una donna fa i conti col suicidio del suo professore di scrittura, con una sofferenza da lenire attraverso la scrittura, con un alano lasciatole in eredità…

Karen Blixen è amica del suo professore di scrittura e, attraverso la descrizione quasi diaristica della loro relazione, forse cerca di superare la sofferenza derivante dal suo suicidio improvviso, inatteso, anche perché, essendo qualcosa di cui parlava tanto, pensava che non lo avrebbe mai fatto. In fondo Karen non è del tutto convinta del potere catartico, liberatorio della scrittura, comunque decide lo stesso di provare a lenire la sua sofferenza affidando alle parole la loro storia e con essa anche il percorso di vita dell’amato-amico Professore. Sì, amato-amico perché Karen  non riesce neanche lei a capire il tipo di legame che a lui profondamente l’avvince.

Depressione e sessualità sfrenata

Era «il docente più giovane del dipartimento; … e pensava che bandire l’amore dall’aula fosse futile. Un grande insegnante era un seduttore…» ( parte prima, pagina 28) e, sebbene lei non capisse se si riferiva alla seduzione del sapere o delle donne, non per questo il suo parlare le riusciva meno eccitante. Di fatto il Professore soffriva di depressione e il suo modus vivendi diveniva espressione maniacale di tale condizione psico-fisica, anziché ancora di salvezza: tante mogli, tanti amanti, una sessualità sfrenata; non lo aiutava neanche la scrittura, né le lunghe passeggiate che, abbandonata la scrivania, era solito fare, trasformandolo in «un botanico del marciapiede», per usare un sintagma di Baudelaire, a cui si deve anche la coniazione del termine “flaneur,” le cui occorrenze sono numerose nel romanzo. Anche Simenon, il noto romanziere, inventore del commissario Maigret, passeggiava tantissimo ed era, come il nostro Professore, un noto playboy e sosteneva, a proposito della scrittura che essa «fosse una vocazione all’infelicità».

Un lungo flashback

Forse scrivere è anche per Karen perenne manifestazione d’infelicità, sebbene lei possa godere almeno della compagnia dell’Alano, il cane gigante che il Prof. ha lasciato in dono a lei. Sigrid Nunez, autrice de L’amico fedele (221 pagine, 17,60 euro), tradotto da Stefano Beretta per Garzanti, affida la narrazione omodiegetica alla giovane amica-amante, Karen che, attraverso un lungo flashback che occupa parte del romanzo, ricostruisce la vita piena-vuota del Professore e poi narra anche la sua, anche lei successivamente contagiata dallo stesso malessere che neanche il suo vecchio cane da assistenza, come lei lo definisce, riesce a lenire. Lo stile è fluido, scorrevole, caratterizzato dalla cospicua presenza  di citazioni colte, sempre pertinenti all’argomentazione e sicuramente espressione della notevole cultura di Nunez, che con questo volume ha vinto il National Book Award nel 2018.

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